Cap_2 Esho Funi (Fabrika Musika, 2021)
Cap_1 Esho Funi (Fabrika Musika, 2020)
#INSTANT SONGS (Fabrika Musika, 2020)
LUNA NUOVA (Fabrika Musika, 2018)
DIECI DITA (Fabrika Musika, 2014)
SARÓ LIBERO! (Primigenia/Gutenberg/Fabrika Musika, 2012)
E’ c’è una storia che ci piace ascoltare
PENSIERI CORTI (Storie di note, 2010)
IL RAGNO NELLA STANZA (Storie di note, 2007)
Metti in moto la macchina a vapore
sciogli il gelo che abita il tuo cuore
chi è che parla, chi è che fa rumore
non si capiscono neanche le parole
Vai, vai e non fermarti
vai , vai , corri e non voltarti
come orologi, sempre avanti
come fuochi, sentieri mai spenti
come aquiloni, controvento,
controvento, controvento
Siamo terra ,sole, pioggia e vento
come l’aria sempre in movimento
due stranieri in cerca di un copione
sempre in viaggio ma quale direzione?
Vai, vai e non fermarti
vai , vai , corri e non voltarti
come orologi, sempre avanti
come fuochi, sentieri mai spenti
come aquiloni, controvento
Siamo terra ,sole, pioggia e vento
come l’aria sempre in movimento
due stranieri in cerca di un copione
sempre in viaggio ma quale direzione?
Ci vedono marciare
come mille anni fa
la mia pistola la mia metà
Quante vite bruciano
bocche si sparano
che non parlano
che vuoi difendere
TIC TAC scelta tattica
TIC TAC è una ginnastica
TIC TAC quanta America
TIC TAC cuore di plastica
Ci vedono marciare
come mille anni
fa la mia divisa
la mia metà
Quante vite bruciano
bocche si sparano
che non parlano
che vuoi difendere
TIC TAC scelta tattica
TIC TAC è una ginnastica
TIC TAC quanta America
TIC TAC cuore di plastica
TIC TAC ora nevica
TIC TAC guerra pudica
TIC TAC guarda l’Africa
TIC TAC luce elettrica
Ci vedono marciare
come mille anni fa
la mia divisa la lascio qua
Sciacqua le tue mani
rompi il tuo fucile
grida amore al mondo
accendi lampadine
Macchine pesanti
ferme qui davanti
ci sputano negli occhi
i semi già morti
Il buco nel cielo
chi è che non l’ha visto?
dall’Europa senza seno
all’America di Cristo
Sei ruggine o prezzemolo di campo?
il ragno nella stanza è ancora vivo
le tue dita senza unghie fanno male
la piazza è vuota, nessuno parla
e tutti siamo fermi qui…ad aspettare
Il leone ha sempre fame
la freccia dentro il muro
senza scarpe e senza sogni
perdi di sicuro
Ma alla fine siamo noi
a far ricca la vita
gettiamo via i sassi
a battaglia finita
Sei ruggine o prezzemolo di campo?
Il ragno nella stanza è ancora vivo
dieci dita senza unghie fanno male
la piazza è vuota, nessuno parla
e tutti aspettiamo chi?…
e tutti aspettiamo chi?…
Siamo sempre noi
a fare finta di niente
ma dimmi a stare soli
dimmi come ci si sente
Impariamo a camminare
su un filo di ragnatela
riusciamo a far l’amore
senza romperci la schiena
A confondere la luna
con la faccia ingiallita
a respingere ogni palmo
della nostra vita
Sei arrivata col tuo vestito corto
volevi prendermi così
con la tua forma e le tue parole
sciolte come neve al sole
Non hai perso neanche un momento
mi hai giocato e hai fatto centro
la tua strada é dissestata
che cosa vuoi da questa vita,
nessuno ti ha mai capita
Ma adesso niente, niente che resta
niente , più niente tranne il sesso nella tua testa
Adesso niente, niente che resta
niente , più niente tranne il sesso nella mia testa
E sei tornata, sei scivolata
hai paura di stare sola
non resisti e vuoi godere
ma nessuno che ti cerca,
nessuno che ti consola
E adesso niente, niente che resta
niente , più niente tranne il sesso nella tua testa
Adesso niente, niente che resta
niente , più niente tranne il sesso nella mia testa
Sei arrivata col tuo vestito corto
volevi sciogliermi così
con la tua bocca e le tue parole
che sento si sono asciutte
come pioggia al sole
E adesso niente, niente che resta
niente , più niente tranne il sesso nella tua testa
Adesso niente, niente che resta
niente , più niente tranne il sesso nella mia testa
Macchine schiacciano
tutta la magia che c’è
Macchine feroci
Macchine mangiano
tutta la collina che c’è
Macchine atroci
Hmm, hmm, hmm, hmm
Hmm, hmm, hmm, hmm
Fabbriche tritano
tutta l’immondizia che c’è
Fabbriche rompono
tutta l’armonia che è in me
Fabbriche
solo
nascono
solo
fabbriche
solo
crescono
solo
Macchine
solo
pensano
solo
plastiche
Solo
bruciano
solo
FUMO
A Mostar ho mille figli
e ogni sera li addormento
tra i riccioli più sporchi
solo tristezza di cemento.
A Mostar ho mille figli
che ho cresciuto senza pane
figli abituati a giocare
nella polvere delle strade
figli abituati a scappare
con le mani insanguinate.
A Mostar ho mille figli
e li risveglio ogni giorno
tra il silenzio del rumore
e il dolore che c’è intorno.
A Mostar ho mille figli
crocifissi sull’altare
come l’unico mio figlio
che ho ancora da svegliare
come l’unico mio figlio
che alla morte ho da strappare.
Secchi di pioggia, Secchi di lacrime
che mi scendono dalle orecchie
case ubriache di fango
vite divise per sempre
Ho visto centinaia di auto
scomparir come fumo
trascinate dalla corrente
in un baleno.
Ho visto sprofondare i granai piano piano
Ho visto la mia gente sparire in mezzo al fango
Facce di fango lontane dal mondo
facce di fango spazzate dal vento
facce di fango che tornano sempre
facce di fango che siamo e restiamo, quaggiù
che siamo e restiamo, quaggiù
Secchi di pioggia, secchi di rabbia
sacchi di polvere sciolti dal vento
tutta la vita è passata,
fuggita nel sorso di una nottata.
Facce di fango lontane dal mondo
facce di fango spazzate dal vento
facce di fango che tornano sempre
facce di fango che siamo e restiamo, quaggiù
che siamo e restiamo, quaggiù
Genti diverse approdano qui
sangue e leggende si mischiano
è una notte così calma
che anche il fuoco sta sbadigliando
Piove, fuori piove scivoliamo sulla strada, dove siamo?
Ci fermiamo? occhi neri vedo un mondo senza nome, senza seno come un lago
Eh piove, fuori piove siamo pagine di riso fatte a mano
Piove, fuori piove le tue mani bianche, stanche sulla calce
piove, fuori piove sulla spiaggia senza scarpe resta un segno
ti difendi, non ti arrendi e se perdi ti rivedi sulla riva di ponente in un istante
Sole, fuori sole una foresta di persone che si muove
Sole, piove sole come soli camminiamo sopra i muri
ti difendi, non ti arrendi e se perdi mi rivedi sulla riva di ponente in un istante
sole piove sole, piove sole una foresta di persone che si muove
piove sole, piove sole una foresta di persone che si muove
ti difendi, non ti arrendi e se perdi mi rivedi sulla riva di ponente in un istante
sole
Bambole si ubriacano come i loro uomini
ridono del tempo scherzano così
donne che ballano senza i loro uomini
muovono le mani e dicono di si
Bambole di cera vino rosso e luna
versano l’amore, il sangue e la fortuna
Bambole camminano via dai loro sandali
mischiano le carte, sognano così
donne che partono senza i loro uomini
viaggiano la storia e passano di qui
Bambole si ubriacano come i loro uomini
ridono del tempo scherzano così
donne che ballano senza i loro uomini
ci stringono le mani e dicono di si
la la la la la la la la…
bambole di sale, vino rosso e luna
cantano l’amore, la vita e la fortuna
bambole di sale, vino rosso e luna
cantano l’amore, la vita e la fortuna
bambole di sale, vino rosso e luna
cantano l’amore, la vita e la fortuna
Fu nel cuore della notte
picchiarono alla porta
si portarono via
quel poco che c’era
I trafficanti di sigarette
con l’odore di nafta nella camicia
si fermavano alla foce
giù al fondo della cima
E noi distesi sulla terrazza
dietro il vento di maestrale
contavamo le strette di mano
erano voci lontane
Si spegnevano i motori e le luci
il peschereccio è un’immagine stanca
ma le ombre facevano il verso
e noi due distesi a sognare
e noi due a sognare
Ancora colpi di vento
il lupo di mare lasciò la battigia
e pochi minuti più tardi
solo la luna e il sale
noi due a sognare
Anche oggi si va a caricare
tra la mia gente a muso duro
tu sei così lontana
che c’è di mezzo il mare.
Le promesse vibrano quaggiù
tra pane, polvere e televisione
terra di sangue e di diamanti
lunghe notti africane.
Tra poche ore vedrò la fortuna
e amerò la vita più di ogni morte
senza rancore né paura
lascio la mia terra e abbraccio il mare, il mare
Questo destino di pietra
lo romperò con un sol colpo
lascio questa terra dolorosa
con il mio cuore mercante.
Mi hanno lasciato a Lampedusa
terra bastarda del mio mare
la spiaggia è di Carabinieri
ma lassù ho ancora il mio Dio.
Tra poche ore lascerò la fortuna
faccia a faccia con la folla africana
un giorno cambierò la mia sorte
vaffanculo, sarò libero, libero, libero
si, sarò libero, libero, libero
Mi chiamo Chini Marco
lavoro in un call center
si riparano armi
di tipo intelligente
son veramente certo
non durerà per sempre
mio caro Presidente
qui il futuro conta niente.
Ho consumato libri
trovato e perso il senso
in funambolici equilibri
non calcolando il vento,
non calcolando il tempo
lo sa
che sono stanco
di sorridere per forza,
di illudere la gente
che telefona
e mi ascolta.
E sono bravo
e sono bravo
rendo ogni giorno di più
come uno schiavo
come uno schiavo
lavoro ma conto
finchè non servo più.
Mi frigge nelle orecchie
la voce di chi offende
son diventato un filtro
dell’aria che si vende
e questa giungla inghiotte
speranze e desideri
mi consuma la terra
che trema sotto i piedi
lo sa
che vivo ancora con i miei
a trentun’anni,
fa paura il mio futuro
che poi è
quello di tanti.
E sono bravo
e sono bravo
rendo ogni giorno di più
come uno schiavo
lavoro si conto
finchè non servo più
sotto il sole
crepano le illusioni
quante voglie
stringono le mie mani
e non rimango
fermo a guardare
mentre affondiamo quaggiù
finché c’è vita
da camminare
più in là degli occhi
chini su di noi.
Mi chiamo Chini Marco
lavoro in un call center
si dedicano anni
a restringere la mente
ora mi rendo conto
mio caro Presidente
che dietro al suo sorriso
c’è un vuoto indifferente
e che il mio unico futuro
oggi non vale niente
Senti cosa dice Barack Obama
Senti cosa dice Barack Obama
Senti cosa dice Barack Obama
Mamma me ne vado via in America
come nonno mio fece tanti anni fa
ricordi quanto amava la sua isola
ma amava di più il mambo e il cha cha cha
Ogni giorno qui è una ginnastica
per trovarti un posto nella mescola
sempre a sventolare quella maschera
da super eroe della tv
e allora me ne vado là in America
incontro ai lunghi cieli e alle sue grandi città
via da questa terra che mi mastica
e poi mi risputa li a metà
Mamma perché sbatti quella pentola
lo vedi che nessuno qui si agita
come sempre tutto quanto che si sbriciola
non sopporto più questa mentalità
che tanto ci troviamo tutti quanti in spiaggia
né a destra né a sinistra la testa nella sabbia
io che remo contro abbronzandomi di rabbia
mi perdo sotto sotto il cielo blu
Guarda invece la , laggiù in America
la gente che si è alzata e qui ne basta la metà
senti cosa dice Barack Obama
l’Italia chissà se ci arriverà
Mamma e se parto per l’America
di quello che ora lascio che mi resterà
quattro foto stinte che mi guardano
e ridono in faccia alla mia età
E se invece resto e intanto invecchio
coi sogni miei già morti e sepolti nel cassetto
potrò specchiarmi allora e ritrovarmi uomo
o ancora l’apprendista che già sono
E siamo l’altra faccia dell’America
carica di figli pronti per restare
intanto Mamma Italia tutta cuore da rubare
aspetta l’uomo che ci salverà
aspetta l’uomo che ci salverà
lei cerca il grande amore e il cha cha cha
Quello che mi consuma è pensare costantemente
a questa nuvola di stracci sporchi
odio i colori forti, i pensieri corti
Ho misurato bene le mie illusioni
sono come corde che tirano i desideri
storti, sciolti
Si alza un vento caldo che ci porta l’abbondanza,
bocche silenziose si nutrono d’essenza
dolce, folle
Sono nudo e mi diverto, come un sasso mi strofino
ho le orecchie dentro il vino
fino all’alba c’è il tuo vino
le mani nel tuo vino
negli occhi c’è il mio vino
nell’alba c’è il tuo vino
Salgo, salgo nei tuoi occhi
sento le tue mani forti
Cadono i muri stanchi come cadono i soldatini,
un mare di catorci che sembrano senza fili
santi, stanchi.
Si spengono le braci della notte bianca e mora
sfregano le carni sopra i tetti della scuola
guarda, salta
Sono nudo e mi diverto, come un sasso mi strofino
ho le orecchie dentro il vino
fino all’alba c’è il tuo vino
le mani nel tuo vino
negli occhi c’è il mio vino
nell’alba c’è il tuo vino
Salgo, salgo nei tuoi occhi
sento le tue mani forti
Nonostante l’abitudine
soffro sempre di vertigine
mi tremano le gambe
e qualche volta anche i pensieri
Guardo i tuoi occhi per sentire che
non c’è mica d’aver paura, va beh
ma all’improvviso tutto gira
e l’orizzonte anche lui trema
Grattacieli e Cattedrali
le pareti verticali
fino a che non torno in basso
resto muto come un sasso
Golden Gate, Notre Dame de Paris
San Francisco and Tower Bridge for me
London city in the rain, in the rain, in the rain
Nonostante l’altitudine
mi atterri come un fulmine
volan giù le scarpe
e colan via anche i pensieri
Mi aggrappo alle maniglie e te
irresistibile tornado plissè
ti scuoti e mi strapazzi
e al sesto piano alzi i tacchi
Grattacieli e Cattedrali
le pareti verticali
fino a che non torno in basso
guardo il cielo e mi rilasso
Golden Gate, Notre Dame de Paris
San Francisco and Tower Bridge for me
London city in the rain, in the rain, in the rain
Grattacieli e Cattedrali
le pareti verticali
fino a che non torno in basso
guardo il cielo e mi rilasso
Golden Gate, Notre Dame de Paris
San Francisco and Tower Bridge for me
London city in the rain, in the rain, in the rain
Niente vento, è tutto fermo
la città non parla
c’è qualcuno che cammina
per la via del centro
forse è contento,
o forse non lo è
Nella notte, quante scritte
si vedono sui muri
nelle stanze quanti ancora
dormono da soli
silenzio nelle strade
russa la città
Chi si affaccia alla finestra
sento una musicalenta
c’è una luce in fondo al viale
adesso si è spenta
I miei passi rimbombano
incontro un cane libero
in mezzo alle pozzanghere
lentamente scivolo
mi guarda senza perdermi
mostra la sua bontà
Mentre la luna morde il cielo
rivedo le mia infanzia
mi accarezza un brivido
si accorcia la distanza
profuma l’aria tiepida
profuma la città
Chi si affaccia alla finestra
sento una musicalenta
c’è una luce in fondo al viale
adesso si è spenta
nai, nai, nai, na, nai, nai, na, na
nai, nai, nai, na, na, na, na, na, na
nai, nai, na, na, na, na
nai, nai, nai, na, nai, na, na, na, na
Chi si affaccia alla finestra
sento una musicalenta
c’è una luce in fondo al viale
adesso si è spenta
Niente vento, è tutto spento
la città non parla
c’è qualcuno che mi guarda
nella via del maglio
forse è lo stesso o forse non lo è
forse è contento, forse non lo è più
forse è contento, forse non lo è più
Io ti ascolto chiaccherare
io ti sento rimbalzare
dov’è il tuo respiro
forse riposa nel mio
Io ti aspetto, vieni presto
quando è tardi sogno spesso
di te meraviglioso mondo
sei tu la speranza che porto
Luce stupenda che nasci dal mare
stupenda luce che cresci
tu sei la vita che brilla e che corre
il mio sangue che scorre
tu sei
l’universo che ora dorme
l’universo che ora dorme
l’universo che ora dorme
Ora bussi coi tuoi calci
sono solo i primi passi
che fai senza cadere
tu sei ancora dentro di me
Luce stupenda che suoni l’amore
stupenda luce che cresci
tu sei il cuore che batte e che corre
il mio sangue che scorre
tu sei
l’universo che ora dorme
l’universo che ora dorme
l’universo che ora dorme
l’universo che ora dorme
l’universo che ora dorme
Canta forte la tua voce serve sentirla
canta forte come un inno alla vita
brucia di passione come un bambino che gioca
finchè il tuo cuore non scioglie ogni morsa
Senti l’alito del mondo soffiarti in viso
spegne la paura nel tuo corpo indeciso
brillano i sogni che si rimettono in cammino
Lungo il sentiero che corre in un respiro
Fermo, attento, respiro lento
Fermo, attento, calma di vento
Fermo attento, respiro lento
Fermo, attento
Cambi la mente sintonizzandola col cuore
la strategia del loto vince su ogni dolore
ridono gli occhi, due fari accesi e misteriosi
come un leone ora afferri ogni prova
Fermo, attento, respiro lento
Fermo, attento, calma di vento
Fermo attento, respiro lento
Fermo, attento
E c’è un momento dove tutto tace e sembra fermo
la vita addormentata fra le braccia dell’inverno
poi passi tra incendi, mareggiate, lande silenziose
scopri il colore naturale delle cose
quanta gente che è passata e non hai conosciuto mai
quant’è forte il pensiero di chi sente che oltre gli oceani ci sei
vite che si parlano, vite che sbattono
uomini che cercano, donne che non smettono
siamo intrecciati in una storia che non esaurisce mai
Fermo, attento, respiro lento
Fermo, attento, calma di vento
Fermo attento, respiro lento
Fermo, attento, Fermo, attento, Fermo, attento
Sali sul mio cavallo mezzospago
sali via la spina dal tuo fianco
sciacqua le mani di blu
acque si vestono e piano
scivolano via pezzi di viaggio
scendono sempre più giù
venti che portano armi, sogni e carri di seta
danzano, scendono, gridano, ritornano, lasciano il seme
Terre ubriache di fango, di sangue e di Re
bagnate dal sole sputano il seme, il seme
SALI, SALI, SALI, SALI
Salta dal mio cavallo mezzosguardo
salta dietro il muro di cobalto
senti le grida del sud
mari si asciugano e nascono sul fondo vasi di sale
liberi dal sonno restano lì
nevi che coprono orme, facce scavate dal tempo
scendono, sciolgono, scompaiono, ritornano fin qui
Terre ubriache di fango, di sangue e di Re
scavate dal sole bruciano il seme, il seme
BRUCIA, BRUCIA, BRUCIA, BRUCIA
Ho visto Nina volare (de andrè)
Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall’altra la cera
mastica e sputa
prima che venga neve
luce luce lontana
più bassa delle stelle
quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne
ho visto Nina volare
tra le corde dell’altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
mastica e sputa
da una parte la cera
mastica e sputa
dall’altra la parte il miele
mastica e sputa
prima che metta neve
stanotte è venuta l’ombra
l’ombra che mi fa il verso
le ho mostrato il coltello
e la mia maschera di gelso
e se lo sa mio padre
mi metterò in cammino
se mio padre lo sa
mi imbarcherò lontano
mastica e sputa
da una parte la cera
mastica e sputa
dall’altra la parte il miele
mastica e sputa
prima che metta neve
Oh, luce luce lontana
che ti accende e ti spegne
quale sarà la mano che
illumina le stelle
ho visto Nina volare
tra le corde dell’altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
mastica e sputa
prima che venga neve
La storia continua, luce intermittente
la storia non si ferma, la storia non s’inventa
la storia continua, ciclo intermittente
la storia non si ferma, la storia non s’inventa
tua sorella guarda il porto e tu sei mezzo ubriaco
quante corse inutili, il cuore ammaestrato
stazioni di colore, ci assomigliamo tutti
bandiere stropicciate allargano le strade
la storia continua, luce intermittente
la storia siamo noi, figli della gente
la storia continua, ciclo intermittente
la storia non si ferma, la storia non si arrende
la storia non s’inventa, la storia non s’inventa
la storia non si ferma, la storia non si ferma
di, du, di di, du, di di, du, di di, du,di
passano le abitudini, rimbombano le rabbie
bocche impertinenti cerchiano le distanze
nascono nuovi frutti, bruciano galere
giocano i bambini per le strade del quartiere
ma nella capitale giocano i soldatini
esperimenti nuovi, profumi radioattivi
notizie crepitanti, scontri di opinione
lunghe teste bianche di padri in processione
la storia continua, luce intermittente
la storia siamo noi, figli di un bel niente
la storia continua, ciclo intermittente
la storia non si ferma, la storia non si arrende
la storia continua, luce intermittente
la storia siamo noi, figli della gente
la storia continua, ciclo intermittente
la storia non si ferma, la storia non s’inventa
la storia continua, luce intermittente
la storia siamo noi, figli di un bel niente
la storia continua, ciclo intermittente
la storia non si ferma, la storia non si arrende
la storia continua, luce intermittente
la storia siamo noi, figli della gente
la storia continua, ciclo intermittente
la storia non si ferma, la storia non s’inventa
la storia continua, luce intermittente
la storia siamo noi, figli di un bel niente
la storia continua, ciclo intermittente
la storia non si ferma, la storia non si arrende
E c’è una storia che ci piace ascoltare
E c’e’ una storia che ci piace ascoltare
Viene la sera tutto fa scomparire
Si siede di fianco a farti compagnia
Ti dorme accanto e la notte ti abbraccia e va via
Ho tasche piene di matite a disegnare
Blu di cobalto poi blu oltremare
a volte si volta e ti sputa crudele
Altre volte ti parla e ti ascolta senza farti del male
Ho tre stagioni in sol maggiore
Cassetti pieni di parole da cantare
A volte le corde ti tagliano le dita
Altre volte le corde raccontano una storia finita
E c’e’ la notte che mi chiama ogni notte
Con le labbra piu’ grosse del giorno
E c’e’ la notte che e’ senza ritorno
E c’e’ la notte che scrivo e mi sveglio di colpo
<Sono partito ero senza bandiera
Avevo ferite di una vita sincera
Mio fratello ha lenti di sangue
Mio fratello che mischia le carte del mondo
E questa terra che ci piace viaggiare
Che la violenza di chi sta a governare
Uccide e condanna chi e’ gia’ condannato
Uccide ed inganna chi nero e’ gia’ stato segnato
Ascolta Geordie portato dal vento
Dice Bernardo volato nel tempo
Stringi un amico che ti da conforto
Guarda la foto di Ernesto Guevara che e’ morto
E c’e’ una storia che ci piace raccontare
Viene la sera tutto fa scomparire
Tuo figlio si siede a farti compagnia
Ti dorme accanto, ti abbraccia, poi grande va via
Olive da friggere forte
Quanti italiani per le strade di New York
quanti portoricani a vendere hot dog
quanti esseri umani al prezzo del pane
poi stasera quando è sera fra un’ora
Maria riabbraccerò
le mie mani di lavoro dolci e dure
sul suo viso riposerò
ci basteranno gli occhi
Figlio mio figlio porta un seme di felicità
figlio mio figlio sogna forte accanto a chi non ne ha
che l’ultima notte passerà
poi stasera quando è sera fra un’ora
con Nicola io parlerò
di lavoro e di giustizia Maria
con lui discuterò
ci basteranno gli occhi
Pane giallo di grano e olive da friggere forte
pane giallo di grano, tieni lontano e scaccia la morte
quanti esseri umani al prezzo del pane
poi stasera quando è sera fra un’ora
con il gelo mi ammalerò
le mie mani di lavoro dolci e dure
con odio io odierò
a volte non bastano gli occhi
a volte non bastano gli occhi
a volte non bastano gli occhi
a volte non bastano gli occhi
In ogni strada c’è qualcuno che ti chiede due monetine
che cosa gli vuoi dire un no fa anche male male
cosa devo giudicare
ho sbagliato tante volte anch’io per la voglia di strafare
ho sbagliato tante volte anch’io per la voglia di arrivare
Faccio parte di voi, di questo immenso veliero
di questo grande mistero inclinato ad Oriente
faccio parte di voi, di questo immenso veliero
di questo grande mistero, inclinato ad Oriente
inclinato ad Oriente
In un’altra via del centro c’è un ragazzo color nero
già gli leggo nel pensiero vuole vendermi qualcosa
al semaforo un accendino costa meno di un sorriso
che paura nel suo viso
al semaforo un gesto vero costa meno di un dinero
qui non passa lo straniero
Faccio parte di voi, di questo immenso veliero
di questo grande mistero inclinato ad Oriente
faccio parte di voi, di questo immenso veliero
di questo grande mistero, inclinato ad Oriente
inclinato ad Oriente
Ci sono stato anch’io in qualche paese lontano
a cercare una mano
ci sono stato anch’io in qualche paese lontano
a cercare una mano
ci sono stato anch’io in qualche paese lontano
a cercare una mano
ci sono stato anch’io in qualche paese lontano
a cercare una mano
Inclinato ad Oriente, inclinato ad Oriente
Inclinato ad Oriente, inclinato ad Oriente
Lui è un poco di buono , è un lampo di tuono
nelle tasche una storia ce l’ha
prende le stelle, ne fa mille scintille
accende la miccia, poi scapperà
Quel muso fiero, sta sporcando di nero
fa un cenno a d’Artagnan
un mezzo sorriso, poi il gelo improvviso
la paura stanotte che paura mi fa
Ho chiuso la porta nel cuore la neve
ho chiuso anche gli occhi senza cadere
ho chiuso la porta senza farmi del male
ho preso le mani di un uomo per bene
Al confine del bosco il ragazzo tedesco
si ubriaca con la Decima Mas
il gerarca servile funzionario un pò vile
saluta l’Impero e saluta Salò
Lui parla alla luna, lei lo ascolta vicina
“ti prego fatti più in là”
poi dolce si sposta, ma rimane nascosta
c’è un lavoro da fare, un buon lavoro farà
Han visto il lupo, l’hanno visto sparare
l’hanno visto sul fiume con due parole
han visto la volpe, l’hanno vista sparire
l’hanno vista nell’ombra col suo fucile
Lo so sei sul ponte, un poco di vento
sembri l’uomo del Luna Park
solo nel buio, nelle mani quel filo
la fortuna fra un’ora una rete sarà
Poi Radio Londra, trasmette, va in onda
messaggi di libertà
al comando alleato, un pilota annoiato
sorpreso dal colpo non partirà
Han visto il ponte, l’hanno visto saltare
poco di buono l’ho visto volare
han visto il ponte, l’hanno visto cadere
Ivrea ha tremato e stanotte è Natale
Quel chilo di ferro cade senza un lamento
e ruggine non porterà
la birra è finita, Marlene se n’è andata
assaggio un’arancia e il sapore che ha
Han visto il ponte, l’hanno visto saltare
poco di buono l’ho visto volare
han visto il ponte, l’hanno visto cadere
l’Italia ha tremato e stanotte è Natale
Ciao poco di buono, ciao lampo di tuono
abbracciami per carità
stanotte le stelle hanno fatto scintille
la guerra è finita
e finirà
Quanti buchi sono, dentro a questo muro
io direi trecento,
di sicuro, ma non ho il tempo di contare
che tra poco pure il mio
ci sarà da fare.
Scorre il sangue , gelano le vene
anche la paura pensavo non venisse
ma alla fine viene
alla fine viene
Quanto tempo resta, ancora da aspettare
quanto ancora,
vi dovrò guardare con le vostre armi in faccia,
la sigaretta in bocca,
quel fischio nella testa
mi batte nella testa
Folle non è Bandiera
sia scritto che lascio la vita per molto di più
Folle non è Bandiera
sia scritto che vinco anche se non ci sarò più
Troppo fredda l’alba era quel mattino,
i tedeschi,
sparavano vicino noi a correre nel bosco,
pronti a ricambiare
ma qualcuno cadde in terra
allora via ripiegare
e io giù a continuare
a sparare, a caricare, sparare, caricare
Dritto in cella, seduto mi dicono “carino la tua vita,
per quella del prete e di chi gli sta vicino”
“Comandante stia a sentire,
il mio corpo può tenere
viva l’Italia che non muore
viva l’Italia, viva l’Italia che non muore!”
Folle non è Bandiera
sia scritto che lascio la vita per molto di più
Folle non è Bandiera
sia scritto che vinco anche se non ci sarò più
O mamma mia, o che paura quella stazione mi fa
come una foto in bianco e nero colori mi chiederà
ma il nero più nero nelle tasche non ho
col biglietto di andata io tornerò
Dove sei terra mia, che scendi in un porto
e il mare se bagna Milano,
l’uomo di Buenos Aires
si sposa a San Siro
Dove sei terra mia, che scendi in un porto
e il mare se bagna Milano,
l’uomo di Buenos Aires
non gioca a San Siro
In mezzo al campo io lo guardavo mentre segnava quel goal
Senza ballare già disegnavo chi non giocava più
tra le onde le finte, i dribbling di Manuel
tra le onde le madri, i passi di Manuel
Dove sei terra mia, i disegni che porto
e il mare se bagna Milano
matite spezzate
sull’ erba a San Siro
Dove sei terra mia, questa nave che parte
e il mare se bagna Milano
l’uomo di Buenos Aires
mi aspetta a San Siro
O mamma mia se questo è un muro ha gli occhi di papà
tu stai di fianco fra le sue braccia sorridi a Manuel
lui calcia il pallone verso di me
fra le onde del mare ciao Manuel
Dove sei terra mia, i fratelli che porto
e il mare se bagna Milano
sono andata e ritorno
sui muri a San Siro
Dove sei terra mia, gli amici che porto
e il mare se bagna Milano
nei tuoi occhi l’Italia
che bella è San Siro
Non sopporto piu’ il rumore
di molte belle suole
erose da quel vizio
di rimanere nuove
Non muovere il cervello da’ vantaggi eccezionali
fa bene anche all’umore dei consensi nazionali
E’ facile cadere,
farsi abbindolare
dalle false aspettative
bestie da ammaestrare
Qui dove chi e’ meschino arrivera’ per primo
e chi “tanto e’ tutto uguale” rimarra’ cretino
Mena le mia idee, mena
mena che non ho paura
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
Tutti sulla giostra
della corruzione
uno dopo l’altro
in questa bella processione
E perche’ non vuoi giocare a tresette e rubamazzo
entra nella cricca e ti regalero’ un palazzo
Benvenuti al circo
dell’ escort che consola
puoi entrarci solamente
se conosci Lele Mora
Ma tu invece vuoi studiare all’Universita’
lavorare onestamente senza far la carita’
Mena le mia idee, mena
mena che non ho paura
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
Guarda che tristezza
e che misera illusione
sembrano immondizia
invece e’ televisione
Mostri urlanti deformati, ricamati al botulino
discutono del meteo o della caccia al magrebino
Per fortuna invece
c’e’ chi pensa e non si perde
le parole di Saviano
e la voce di chi sceglie
Un’Italia di conquiste, un’Italia di allegria
la pazienza e’ diventata una stupida agonia
Mena le mia idee, mena
mena che non ho paura
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
L’ abbiam bevuta sempre
questa è la dura realtà
abbiamo creduto sempre
ad una magra verità
Non sopporto piu’ la faccia
di chi nega la memoria
e con manovre oscure
vuol cambiare anche la storia
Le parole sono armi per difenderci dai mali
dagli uomini sconfitti che han perso gli ideali
Siamo mica tutti uguali
donne e uomini distratti
da promesse in salamoia
e dalle prove senza i fatti
Con l’amore ed il coraggio che nascono dal fango
non serve un’altra vita SE NON ORA QUANDO?
Mena le mia idee, mena
mena che non ho paura
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
mena la mia testa dura
piu’ la meni e piu’ dira’
piu’ la meni e piu’ dira’
piu’ la meni e piu’ dira’
Dieci dita strette sul manubrio
Corpo a corpo con la tua metà
Batte forte il tempo sulla schiena
Sputi a terra la fragilità
Batte forte il cuore quanto manca per il centro
Passa l’indirizzo di un caffè
Forse questo tunnel è una macchina del tempo
Uscito mi ritroverò da te
Guardo le città, Valencia sotto, sopra Danzica
Sali scendi Sali scendi Sali adrenalina
Lentamente la frontiera si avvicina
Sali scendi Sali scendi Sale adrenalina
Se punta alla vittoria lei s’inchina
Sali scendi Sali scendi Sali adrenalina
Teso in un arco d’alluminio
Sfrecci contro la tua oscurità
Muscoli aggrappati in un sorriso
Cerchi il volo dentro la velocità
Sali scendi Sali scendi bruci l’equatore
Ronzano le gomme sulla’asfalto cola il sole
Sali scendi Sali scendi Sali bruci l’equatore
La pelle che si asciuga intanto cambia di colore
Curva il tram, Parigi sotto, sopra Amsterdam
Teso in un arco d’alluminio
Sfrecci contro la tua oscurità
Muscoli aggrappati in un sorriso
Cerchi il volo dentro la velocità
Sali scendi Sali scendi bruci l’equatore
Ronzano le gomme sulla’asfalto cola il sole
Sali scendi Sali scendi Sali bruci l’equatore
La pelle che si asciuga intanto cambia di colore
Curva il tram, Parigi sotto, sopra Amsterdam
Sali scendi Sali scendi Sali adrenalina
Lentamente la frontiera si avvicina
Sali scendi Sali scendi Sale adrenalina
Se punta alla vittoria lei s’inchina
Sali scendi Sali scendi Scendi punti i piedi
Il confine se n’è andato tu ancora non lo vedi
Sali scendi Sali scendi Scendi punti i piedi
Superi il silenzio non ti pieghi
All’improvviso scivolo, resto sospeso un istante nell’aria
Sembra tutto inutile e cado senza più fiato
Cercando un appoggio un abbraccio
Per alzarmi da terra e rimettermi in sella
Dieci dita strette sul manubrio
Dieci dita strette alla meta
Dieci dita strette sul manubrio
Sali scendi Sali scendi Sali adrenalina
Lentamente la frontiera si avvicina
Sali scendi Sali scendi Sale adrenalina
Se punta alla vittoria lei s’inchina
Sali scendi Sali scendi Scendi punti i piedi
Il confine se n’è andato tu ancora non lo vedi
Sali scendi Sali scendi Scendi punti i piedi
Superi il silenzio non ti pieghi
Trentamila chilometri nel giro di sei mesi
Toccar la madre terra di ventidue paesi
Far germogliare un seme tra chi è ancora indifferente
Proteggere il pianeta il tuo messaggio per la gente
Sali scendi Sali scendi
Sali scendi Sali scendi
Sali scendi Sali scendi
Sali scendi Sali scendi
Resisterò al tempo che passerà denso fra te e me
ovunque il tuo odore ora mi vuole sorprendere
d’improvviso cercare il tuo sguardo
e sei ancora qui
di corsa finisce l’estate ed io non so rincorrerti
Affondo nel mare, nessun pendolare qui scenderà
nel silenzio abissale, sparire dietro una maschera
forse un abbaglio, uno scherzo dell’acqua
ma eri proprio lì
ho il cuore in gola, un brivido in bocca, sai che ti aspetto qui
Noia se avanzi quel poco che basti
a non spegnermi
se scappa il coraggio, dice il messaggio
la paura è di perderti
Ho molto da fare qua, rumore bestiale a Milano città
clienti, parole, i dispetti del cuore non cedono
tutto pronto per la partenza
come volevi tu
la corsa comincia tra un mese e due giorni, o qualcosa in più
Noia se avanzi, quel poco che basti
a sorprendermi
se scappa il coraggio, dice il messaggio
la paura è di perderti
Resistere al tempo che
ora è un metro e mezzo fra te e me
E la Sorte mi scarto’, da questo mondo mi scartó
volteggiavo mollemente sottovento verso nord
fermo Cuore mio parlo’, cogli il tempo dichiaró
Amore tolse il velo e dagli occhi il tempo via voló
E la Sorte mi scarto’, da questo mondo mi scartó
non lo so, non lo so, quanto tempo non lo so
non lo so, non lo so, quanto tempo aspetteró
E la Sorte mi scarto’, da questo mondo mi scartó
Denso il mare chiamo’ giu’, tinsi notte e giorno di blu
scivolando dolcemente tra gli abissi della vita che fu
zitto Cuore mio resto’, senza tempo riposó
aspettando la corrente sotto l’onda sospiro’
E la Sorte mi scarto’, da questo mondo mi scartó
Denso il mare chiamo’ giu’, tinsi notte e giorno di blu
scivolando dolcemente tra gli abissi della vita che fu
zitto Cuore mio resto’, senza tempo riposó
aspettando la corrente sotto l’onda sospiro’
E la Sorte mi scarto’, da questo mondo mi scartó
non lo so, non lo so, fino a quando non lo so
non lo so, non lo so, quale onda io saró
non lo so, non lo so, fino a quando non lo so
ora si’, ora no, quale onda io saró
Poi Amore ritorno’, dal mio sonno mi sveglio’
e quel giorno tra le onde calde un raggio di luce passo’
allora Cuore mio parlo’, questo e’ il tempo mormoro’
Amore sciolse il velo e negli occhi il tempo ritorno’
non lo so, non lo so, fino a quando non lo so
non lo so, non lo so, quale onda io saró
non lo so, non lo so, fino a quando ora non so
ora si‘, ora no, quale onda diventeró
Guardo le luci la sera
dopo una giornata piena
le auto in fila indiana
vanno dritto verso casa
dal centro nell’ora di punta
va e viene la gente
immersa nei propri pensieri
volano foglie,
il vento non smette di urlare,
di urlare, di urlare
La campana dà sette rintocchi
per un attimo sembra Natale
dal negozio esce un bambino
con in mano un cellulare
che suona già, che suona
E lì ferma in mezzo al passaggio
un’anziana signora
forse ha bisogno di aiuto
per risalire la storia
chi la guarda stupito,
e chi nemmeno la vede
fermare per un momento
l’orologio che abbiamo dentro
fermarlo per capire
come stiamo vivendo
spegnere per un momento
l’orologio che abbiamo scelto
spegnerlo, renderci conto
che siamo sfiniti dal tempo, sfiniti dal tempo
Spengo la luce la sera
dopo una giornata intera
provo a chiudere gli occhi
a rilassare la schiena
il giorno continua di notte
la testa gira veloce
attaccate le preoccupazioni,
come un carro
al cervello che non vuole staccare
se potessi per un momento
fermare questo tempo
fermarlo per capire
quello che sto vivendo
e spegnere per un momento
l’orologio che mi sta dentro
spegnerlo e rendermi conto
di questo preciso momento, preciso momento
Konta il greco, vive da solo
pesa l’amore perché non ce l’ha
controluce sfrega, nega il colore
frega sulla tela grosse verità
senti il rumore, senti il rumore, senti il rumore che fa
senti l’odore, senti l’odore, senti l’odore che ha
Stringe il freddo tra le dita storte
sotto zero scende sporca marcia notte
Ruggine dal cielo, cade in silenzio
raschia un fumo denso, lento se ne va
dentro quel fumo, dentro quel fumo, dietro quel fumo lui sta
solo nel buio, solo nel buio, solo nel buio
Dice ai falsi santi del suo calendario
date a me i vostri segni chiusi nel silenzio
stanco delle orme, delle orme del passato
mescola ricordi e tinte del peccato
Konta il greco, dorme da solo
pesa il cuore di chi ce l’ha
Dicono “il greco prega solo”
la fede cieca lo consumerà
come quel fumo, come quel fumo, come quel fumo sarà
ombra nel fumo, ombra nel fumo, ombra nel fumo lui va
Konta il greco non va più a tempo
perché il tempo non lo regge più
Forse il greco non sta più attento
perché il tempo non lo conta più
cerca il colore, cerca il colore, il colore non c’è
pesa l’amore, pesa l’amore, pesa l’amore
Konta il greco, conta
Konta il greco, conta
Konta il greco, conta
Konta il greco, conta
Konta il greco, conta
Konta il greco, conta
Ho una bestia in fondo alla gola
grida forte senza fare rumore
mette il muso in ogni parola
poi torna a dormire,
poi torna a dormire di nuovo
Scesa giù da un pianeta oscuro
sembra nata nel mio stesso giorno
in missione per conto del buio
a consumarmi il sonno,
a masticarmi il sonno
Se la sento arrivare non riesco a fuggire
ho paura ogni volta di mostrarmi al sole
NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA…
Ha la voce del mio stesso colore
su ogni passo la sento passare
gonfia di brutte intenzioni
per farsi guardare
per farsi guardare di nuovo
NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA…
Ho una bestia che mi abita il cuore
gracchia e soffia in ogni parola
batte il tempo mentre mi assale
la chiama il mio odore
la chiama l’odore del fuoco
la chiama il mio odore
la chiama l’odore del fuoco
NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA…
Ho una bestia che rancore brucia
quando dolore metto a seccare
usa una forza bestiale
per farmi stancare,
per farmi stancare di nuovo
per farmi bruciare
per farmi gridare di nuovo
Che vita innamorarsi per tempo
che dura non trovare più un senso
che fatica restare in pace con me stesso
Che vita non saper parlare
che dura non voler sbagliare
che fatica dopo cena è smettere di fumare
che vita non aver paura
che dura stare in quattro mura
che fatica spostare gli occhi sulla luna
Fuoritempo, sbatto, ricomincio poi mi pento
mi domando dove sono, poi se posso, se ci riesco o ci ricasco
ma non posso impedirmi
di continuare, di riprovare,
di accelerare, di strafare, di faticare, per arrivare…
che vita fare finta di niente
anche capire bene quello che si sente
che fatica dire no al mio cane e a chi c’è sempre
che vita immaginarsi il fondo
che dura accarezzarti il corpo
che fatica essere nato stanco o peggio morto
che vita farsi condannare
che dura farsi ascoltare
che fatica lasciare, alzarsi e rinunciare
Fuoritempo, sbatto, ricomincio poi mi pento
mi domando dove sono, poi se posso, se ci riesco o ci ricasco
ma non posso impedirmi
di continuare, di riprovare,
di accelerare, di strafare, di faticare, per arrivare…
che vita i matrimoni in chiesa
che dura mettersi a dieta
che fatica è crescere senza meta
che vita farsi visitare
che dura è stare in mezzo al mare
che fatica tutto quello che sta per arrivare
che vita stare in mezzo ai vecchi
che dura non avere più i denti
che fatica portarsi dietro anche i parenti
Fuoritempo, sbatto, ricomincio poi mi pento
mi domando dove sono, poi se posso, se ci riesco o ci ricasco
ma non posso impedirmi
di continuare, di riprovare,
di accelerare, di strafare, di faticare, per arrivare…
Fuoritempo, sbatto, ricomincio poi mi perdo
mi domando dove sono, poi se posso, se ci riesco o ci ricasco
ma non posso impedirmi
di continuare, di riprovare,
di accelerare, di strafare, di faticare, per arrivare…DOVE?
Mimmo si sente goleador
Mimmo vuol vincere il mondiale
Mimmo ha la stoffa per giocare
Per finire in serie A
non sbaglia un colpo con il suo cannone
proprio un talento da televisione
sfida la scuola e pure un po’ suo padre
che dà la vita dentro al cantiere
Mimmo è un grande goleador
ha scarpe nuove da sfoggiare
troppe cartucce da sparare
per finire in serie A
E ora mira matador !
fai in fretta ragazzino
sigaretta occhi scuri come un falco
puntati sul mirino
E ora spara goleador !
nel maglione di Moschino
non ha scampo chi non segna e chi non centra
chi non centra bene il tiro
Mimmo si sente il matador
lui si che sa giocare
sa che il mondo è tutto uguale
senza andare via di qua
non sbaglia un colpo con il suo cannone
proprio un talento da televisione
schiva l’amore pure di sua madre
che lo abbraccia ancora tutte le sere
Mimmo è il grande matador
è lui il capo cannoniere
sarà il boss del suo quartiere
mito per tutta la città
E ora cade il goleador!
nel silenzio di un mattino
cade a terra senza un fiato e senza gloria
centrato dal destino
E ora mira matador!
fai in fretta ragazzino
sigaretta occhi chiari di cobalto
segnati dal mirino
Forse, da un’altra vita
qualcuno ci ascolta, davvero
mi chiedo spesso chi siamo
da dove veniamo?
Mi siedo, alzo gli occhi al cielo
immagino oltre quel nero e se stanotte
si aprisse il sipario forse domani
questo non sarebbe più il nostro calendario
se rallentasse il tempo, tu saresti qui?
il tempo rallenta e non sarà più
estate ma, il giorno prima di una luna nuova
e lo diranno
estate ma, l’universo lui mi attrae ancora
e lo diranno
estate ma, il giorno prima di una luna nuova
Sento come una forza
che ci unisce, da millenni
mi chiedo che valore diamo alla vita
se ci apprezziamo con questa fatica
Al di là del tempo, senza rendermene conto
esplodono i miei sensi, tutto è sconvolto
com’è profonda la nostra natura
che riflette questa nuova luna
Mi specchio, tengo gli occhi sul cielo
e seguo il sentiero di quel raggio di luce
fino a quando non cade nel nulla
e non ritorna alla mia stessa radice
se rallentasse il tempo, tu saresti qui?
il tempo rallenta e non sarà più
estate ma, il giorno prima di una luna nuova
e lo diranno
estate ma, l’universo lui mi attrae ancora
estate ma, il giorno prima di una luna nuova
e lo diranno
estate ma, solo l’universo mi consola
e lo diranno
estate ma, l’universo lui mi attrae ancora
Forse, da un’altra vita
qualcuno ci ascolta, davvero
mi chiedo spesso chi siamo
da dove veniamo?
Girano le ore, il tempo spazza via malumore
tiepidi ricordi, chiacchiere
camminare senza fretta, spegnere la sigaretta
non preoccuparsi di apparire incerto
Passerà la noia
passerà quel silenzio che ingombra
Rapito dai colori, vaghe tracce di aeroplani
segnano l’autunno in lontananza
le tue mani bianche foglie tra i rami scuri quasi spogli
piegano all’ingiù per accarezzarmi
Resterà la voglia
di assomigliarci forte ancora
Fermo aspetto un tuo messaggio con le dita strette in mano
non c’è coraggio nei miei occhi per guardar lontano
inseguire l’eco della tua presenza fino in fondo fino alla soglia
aprire e poi lasciarti andare
E verrà la voglia
come di sentirti addosso la sera
tornerà la voglia
di assomigliarci forte
Verrà la voglia di assomigliarci ancora
resterà la voglia di sentirti addosso ancora
resterà la voglia di sentirti addosso ancora
e verrà la voglia la voglia di assomigliarci ancora…
Ritorno a pensare sia meglio sparire, ritorno a pensare sia meglio così
ritorno a pensare sia meglio sparire, ritorno a pensare sia meglio
ritorno a pensare sia meglio sparire, ritorno a pensare sia meglio così
ritorno a pensare sia meglio sparire, ritorno a pensarci ancora…
Se giusto è prendersi tempo per fermarsi ad ascoltare
battere il freddo, sbattere il sole nel cappello e passeggiare
indossare un bel sorriso anche se sembra troppo stretto
tuffarmi dritto nei tuoi occhi e poi lasciarmi affondare
se giusto è stare a sentire la mia voce lì che sale
da una preghiera che sincera mi risponde sempre uguale
che giusto è lasciarsi dietro la ragione di ogni male
che giusto è sognare adesso, proprio dentro un temporale
Se giusto è dormire accanto a te e svegliarmi con te accanto
passano anni e non mi accorgo e a rivederti non mi stanco
se giusto è quando comprendi che la vita non ha tempo
e non possiamo fare a meno di cambiare dentro
e non possiamo fare a meno di guardarci dentro
che giusto è quando mi accetto, mi rilasso e non mi arrendo
che giusto è lasciarsi dietro la paura di ogni istante
che giusto è crederci adesso, proprio adesso che son grande
che giusto è quando la smetto di dar retta a ogni lamento,
Quando mi giro e mi rigiro e alla fine poi mi sveglio
Distrutto dagli affari, dalla vergogna
bufera venuta all’improvviso
mormorano salotti fremono bancari
l’azienda di famiglia ha fallito
intanto sulla bocca della gente
rimbalzano solo pettegolezzi
non è per colpa della crisi, ma è per mano della figlia
che ha mangiato fondi, casa e ha sfasciato la famiglia
C’erano tre palazzi, ora è rimasto il mutuo
nessuno l’ha più visto uscir dal buco
l’industriale, l’uomo forte ormai finito
chi lo vuole già malato , solo, perso, disperato
intanto dalla bocca della gente
arrivano solo pettegolezzi
ha comprato un bel battello il suo sogno di bambino
viaggiatore per il mondo che lavora col sorriso
l’industriale, l’industriale
Vende il pesce più superbo sul suo battello giallo
Re del pesce fresco al porto di Rapallo
l’industriale, l’uomo forte ormai finito
è felice spensierato finalmente ritrovato
intanto tra la bella gente
rimbalzano questioni rilevanti
Come può tra levatacce in un vestito puzzolente
gioire soddisfatto di una vita da pezzente?
Un industriale, un industriale
Ma scivolando solo nel silenzio
lui pensa al tempo andato come al vento
che l’ha spinto verso il mare, che l’ha spinto verso il mare
verso un punto che in fondo non credeva di trovare
che l’ha spinto verso il mare, che l’ha spinto verso il mare
lo sguardo sprofondato all’orizzonte
Dove passa il mio cammino passa, sotto le urla del cielo
passa lungo un vicolo cieco passa , dove più ora non vedo
stupida mente abbagliata crede quello che urla la sete
dove mi porta quel fuoco il giorno che dura un po’ poco
s’illumina la strada in salita , si spezza l’oscura fatica
l’azzurro diventa più azzurro , se lo sfioran le dita
distratta mente perde il senso che il mondo contiene
celebrando il ritorno di tutta la vita in un seme
storie meravigliose storie mettere da parte le accuse
storie miracolose storie uscire dalla notte senza troppo rancore
storie meravigliose storie mettere da parte le scuse
storie miracolose storie uscire dalla notte senza troppo rumore
cuore che vede non teme, cuore che teme non vede
il silenzio trattiene l’inverno, vola il cuore oltre il limite incerto
distratta mente perde il senso che il mondo contiene
celebrando il ritorno di tutta la vita in un seme
storie meravigliose storie mettere da parte le accuse
storie miracolose storie uscire dalla notte senza troppo rancore
storie meravigliose storie mettere da parte le scuse
storie miracolose storie uscire dalla notte senza troppo rumore
cuore che teme non vede, cuore che vede non teme
il silenzio trattiene l’inverno, vola il cuore oltre il limite incerto
distratta mente perde il senso che il mondo contiene
celebrando il ritorno di tutta la vita in un seme
storie meravigliose storie mettere da parte le accuse
storie miracolose storie uscire dalla notte senza troppo rancore
storie meravigliose storie mettere da parte le scuse
storie miracolose storie uscire dalla notte senza troppo rumore
L’amore trasparente
Caffè nero bollente
L’anno che verrà
Cambiare
Strada Facendo
Ancora
Ti sento
E la luna bussò
Kobra
La donna cannone
L’emozione non ha voce
Un gelato all’equatore
La pianta del tè
Via con me
Se ti tagliassero a pezzetti
Notte prima degli esami
Buonanotte fiorellino
Ci vuole un fisico bestiale
Bruci la città
La carrozza di Hans
Ancora tu
Per sempre
Scegli me
Ci sono molti modi
Adesso tu
Son solo canzonette
Nel blu dipinto di blu
Vorrei incontrati fra cent’anni
Pazza idea
Fuori dal tunnel
Ti scatterò una foto
Mentre dormi
Senza fine
L’immensità
La libertà
Non sono una signora
Eppure soffia
Per averti
Una musica può fare
Mare mare
Hanno ucciso l’uomo ragno
Se bruciasse la città
Come sempre
E non è
Colpa d’alfredo
Ma il cielo è sempre più blu
Non succederà più
Ancora tu
Per sempre
Scegli me
Ci sono molti modi
Adesso tu
Son solo canzonette
Nel blu dipinto di blu
Mio fratello è figlio unico
Per Elisa
Sono le venti
Escluso il cane
Vengo dalla luna
Cattiva
Ancora tu
Per sempre
Scegli me
Ci sono molti modi
Adesso tu
Son solo canzonette
Nel blu dipinto di blu
UACCIU UARI UARI UACCIU UARI
UACCIU UARI UARI UACCIU UARI
UACCIU UARI UARI UACCIU UARI
UACCIU UARI UARI UACCIU UARI
UACCIU UARI UARI
Non esistono più vip
chiunque qui si può infettare
l’Italia è un metro e mezzo
nel silenzio generale
la grande impresa è ferma
come il forno del quartiere
e quello che ti manca
è un sorriso da scambiare
Chilometro zero a tutti i costi
era quel che volevamo
lo streaming illimitato
comandato dal divano
E ora sembra una follia
qui costretti a stare in casa
per sfiorare il mondo
oggi serve un’altra scusa
E siamo in tanti, senza toccarci
ci accorgiamo, di quanto in fondo amiamo gli altri
E siamo in tanti, a non sbagliarci
a essere convinti che cambieremo tutti quanti
C’è un traffico nascosto
nel silenzio virtuale
Il telefono si riempie
di messaggi da inoltrare
C’è chi ride a squarcia gola
E non sembra preoccupato
In fondo fondo questo virus
guarda cosa è diventato
Il desiderio di sentire
un contatto più profondo
con la vita che ci guarda
insieme a tutto quanto il mondo
E la voce della gente
viene fuori, già si sente
a rompere il silenzio
dai balconi e le finestre
E siamo in tanti, senza toccarci
ci accorgiamo, di quanto in fondo amiamo gli altri
E siamo in tanti, a non sbagliarci
a essere convinti che cambieremo tutti quanti
Sento un battito arrivare
come un colpo di cannone
rinasce la fiducia
nell’Italia che si muove
passa sotto la politica
di qualsiasi opinione
è il coraggio di scoprire
quanto gente
si dà da fare
Non siamo mica in guerra
chi muore non è un vinto
ti senti minacciato
dall’invisibile nemico
ormai lo vedi ovunque
sulla scia di una parola
e sulla superficie
di qualsiasi cosa
La grande bellezza
finora l’hai ignorata
eppure ci passavi
sotto quella statua
solo adesso che stai fermo
ti accorgi in primo piano
come quel particolare
muove la sua mano
Vedi i semi germogliare
nella loro certezza
la scena contagiosa
di uno spettacolo in diretta
che ti prende e rassicura
nella primavera incerta
la forza della vita
si espande, poi ti cerca
La vita va avanti, la vita va avanti, senza chiedere permesso, va avanti
La vita va avanti, dentro case e palazzi, coi suoi tempi la vita va avanti
La vita va avanti, nonostante gli abbagli, anche in altri modi va avanti
Puoi chiudere le mura
cliccando in alto a destra
sperare in un futuro
che è solo fantascienza
non riesci a stare spento
connesso alla realtà
la paura è di esaurire
tutti i giga nella card
staccarti da te stesso
con l’immaginazione
lasciare andare il peso
della solita ambizione
di essere per forza
qualcuno di speciale
affannato dallo stress
di dover dimostrare che
La vita va avanti, la vita va avanti, senza chiedere permesso, va avanti
La vita va avanti, dentro case e palazzi, ovunque, sotto terra, sui campi
La vita va avanti, nonostante gli abbagli, anche in altri modi va avanti
Alla fine sai
nulla è come prima
quando tornerà, la nostra libertà
Allora le vedrai
le possibilità
erano tutte qua, le avevi viste..ma..
La vita va avanti, la vita và avanti, senza chiedere permesso, va avanti
La vita va avanti, dentro case e palazzi, coi suoi tempi la vita, va avanti
La vita va avanti, nonostante gli abbagli,
anche in altri modi va avanti
anche in altri modi va avanti
anche in altri mondi va avanti
In India, l’ossigeno lo vendono alla spina
nei bar incontri gente che consuma
cocktail alle spezie da una maschera
Il bosco, ora lo riducono in lattina
costa come un litro di benzina
e te lo porti in tavola
Compra l’aria pura
Prega all’alba nella schiuma
Nuova Delhi bambina
Fatti un selfie nel Yamuna
Scendi sulla riva
Prega all’alba, prega Shiva
Nuova Delhi respira
Fatti un selfie all’Oxy bar
In India, l’aria è diventata un grande muro
bambini sopravvivono al futuro
trovano la strada e vanno a Bollywood
Notte di gas invade la città dei templi
il rito dei falò raduna i sensi
vibrano nell’alba
Scendi sulla riva
Prega all’alba, prega Shiva
Nuova Delhi saluta
Fatti un selfie all’oxy bar
Scendi sulla riva
Prega all’alba, prega Shiva
Nuova Delhi respira
Fatti un selfie nella schiuma
Scendi sulla riva
Prega all’alba, prega Shiva
Nuova Delhi respira
Fatti un selfie nel Yamuna
Compra l’aria pura
Prega all’alba nella schiuma
Nuova Delhi saluta
Fatti un selfie all’Oxy bar
All’improvviso mi risveglio in un oceano verde pieno
preso dai temporali
Di annegare nei sentieri di frontiera non mi stanco,
tornerei anche domani
Serra Morena, com’è fresca oggi la tua schiena
Serra Morena, quasi quasi io rimango a cena
sotto la tua allegra, verde criniera
Chissà cosa nascondi sotto quella linea retta
dove lo sguardo rallenta
i segni immacolati della scia di un ghiacciaio
incisi nella pietra
Serra Morena, come un’onda oggi la tua schiena
Serra Morena, metti calma quando entri in scena
in mezzo alla radura, di primavera
Serra Morena
il tuo profumo rende l’aria tiepida
Serra Morena
tu mi piaci anche quando nevica
provochi il cielo
un po’ bisbetica
Maturano gli odori delle uve di erbaluce
sotto l’estate che avanza
nell’azzurro vele gonfie, si sollevano pi in alto
dove l’aria é più calda
Serra Morena manca poco per sentirti addosso
Serra Morena, in primo piano, la più bella del mondo
bell’anfiteatro di mezzogiorno
bell’anfiteatro di mezzogiorno